sabato 28 febbraio 2009

L'ordine dei medici: sanzionabile chi denuncia i clandestini

Una procedura "in netto contrasto con i principi della deontologia medica". Così il consiglio nazionale della Fnomceo, "esprime viva preoccupazione e forte dissenso" per il disegno di legge sulla sicurezza che abroga il divieto di denuncia, da parte del medico, degli immigrati irregolari in occasione di prestazioni sanitarie. Il consiglio nazionale dell'ordine mette in guardia: "La possibilità di denuncia creerà percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanità pubblica le patologie diffusive emergenti"

I medici che segnalano gli immigrati irregolari potranno essere sanzionati dagli Ordini professionali di appartenenza per aver violato il Codice deontologico. E' quanto emerge da un documento, votato all'unanimitàdal Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), riunito ieri e oggi a Roma, nel quale si ribadisce nero su bianco il "forte dissenso all'emendamento al Ddl Sicurezza", già passato al Senato, "che abroga il divieto per i medici di denunciare alle autorità gli immigrati irregolari che si rivolgono, per essere curati, alle strutture sanitarie pubbliche". Un documento nel quale i camici bianchi italiani lanciano un appello affinché la Camera dei Deputati non lo approvi.

Non solo. Qualora un medico, non segnalando e dunque non rispettando il contenuto dell'emendamento, dovesse essere sanzionato, "il Consiglio nazionale - si legge nel documento - sarà vicino ai colleghi che dovessero incorrere in procedimenti sanzionatori per aver ottemperato agli obblighi deontologici".
In particolare, nel documento si legge che la procedura di segnalazione "è in netto contrasto con i principi della deontologia medica, espressi in particolare dal giuramento professionale e dall'art. 3 del codice deontologico, che impongono ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all'etnia, alla religione, al genere, all'ideologia, di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione".

"Il Consiglio nazionale della Fnomceo, ribadendo che le infrazioni del codice deontologico sono sanzionabili dagli Ordini di appartenenza - prosegue il documento - segnala comunque che la possibilità di denuncia creerà percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanità pubblica le patologie diffusive emergenti che rappresentano un grave pericolo per ogni individuo e per la società tutta e che oggi sono monitorate e controllate".

Il documento prosegue poi con un appello alle Istituzioni: "Il Consiglio nazionale si appella al Parlamento con un fermo richiamo alle superiori esigenze di tutela della salute oltre che agli imprescindibili principi di solidarietà, patrimonio storico della nostra nazione. E sollecita pertanto la Camera dei Deputati a non approvare questo emendamento, contrastante con i principi fondanti del rapporto persona malata e medico, ripristinando quanto previsto dalla normativa precedente. Sollecita infine un'audizione urgente presso le sedi istituzionali competenti, allo scopo di motivare compiutamente la posizione espressa dai medici e dagli odontoiatri italiani".


giovedì 26 febbraio 2009

II Corso di formazione-aggiornamento sulla “salute della popolazione immigrata” rivolto a operatori socio-sanitari.

Milano, marzo-dicembre 2009: II corso di formazione-aggiornamento del Settore Salute Fondazione ISMU 2008 sulla “Salute della popolazione immigrata”, rivolto a operatori socio-sanitari, anno 2009. Calendario: 24 marzo, 21 aprile, 12 maggio, 9 giugno 22 settembre , 13 ottobre, 10 novembre, 1 dicembre 2009 [Programma][Contenuti][Iscrizione. Il modulo va spedito entro e non oltre l’1 marzo 2008]

domenica 22 febbraio 2009

Comunicato stampa del GrIS Alto Adige/Südtirol

Il GrIS è una piattaforma costituita da operatori sociali e sanitari con esperienze e competenze multidisciplinari sensibili al fenomeno immigrazione e alle dinamiche di integrazione socio-sanitarie.

Il GrIS intende diventare una voce autorevole e tecnicamente motivata sulle politiche del settore a difesa dei bisogni e diritti di tutti gli immigrati in Alto Adige, indifferentemente dal loro status giuridico. L’impegno del GrIS si può riassumere nel promuovere accoglienza e prevenzione a vantaggio di tutti, operatori ed utenti.

L’approvazione del Senato della Repubblica del cosiddetto “pacchetto sicurezza” (DDL sicurezza A.S. 733) del Governo, ed in particolare degli emendamenti (prot. 39.305 e 39.306), ci impongono come operatori socio-sanitari una presa di posizione pubblica.

In primis desideriamo informare tutti gli operatori sanitari, che finché il disegno di legge non sarà votato in Parlamento rimane in vigore il divieto di segnalazione!

Ci domandiamo quale sia il vero fine della cancellazione del comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità”.

Crediamo che il nuovo emendamento, che permette discrezionalmente a medici ed infermieri la segnalazione degli immigrati irregolari, abbia fini solamente vessatori. Come conseguenza della legge Bossi-Fini sulle procedure di rinnovo del permesso di soggiorno, il 40 percento dei pazienti negli ambulatori dedicati a migranti irregolari erano regolari e risultano aver perso il diritto al permesso di soggiorno.

Chi come noi lavora a fianco degli immigrati, sa che la maggioranza ha passato una fase di irregolarità, finché è riuscita a costruirsi un progetto migratorio regolare e contribuire a tutti i livelli al benessere della comunità. E che comunque continuano a farlo costretti a svolgere lavoro in nero.

Pertanto respingiamo con forza l’equazione immigrati irregolari uguale a delinquenti, che molti settori della stampa e dei media tentano di rafforzare. Anche l’attuale bombardamento mediatico su stupri e carnefici stranieri intende annebbiare una visione razionale della società civile sulla questione.

Questa legge spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera e che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria, incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti) ed avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili non produrrà in nessun ambito maggior sicurezza per il cittadino, al contrario.

L’articolo 32 della costituzione garantisce il diritto alla salute ad ogni persona umana e non soltanto al cittadino.

Lo slogan “siamo medici ed infermieri, non siamo spie” intende chiarire alla popolazione che il segreto professionale costituisce il fondamento del rapporto fiduciario tra medico e paziente. Mai come in questo contesto la parola “libertà” di segnalazione è distorta nelle sue conseguenze. Si tratta di un subdolo tentativo semantico che è in contrasto con il codice deontologico.

Purtroppo anche lo strumento dell’obiezione di coscienza non risolve il danno che la legge ha già creato, perché in primo luogo gli immigrati irregolari non possono sapere chi incontreranno nei presidi sanitari, e in secondo luogo i dati sanitari sono alla mercè di tutti gli operatori sanitari, amministrativi compresi.

Da novembre scorso (quando la Lega propose questo emendamento al ddl sicurezza) ad oggi, il numero di stranieri che si sono rivolti alle strutture pubbliche (ed al pronto soccorso, in particolare), sarebbe calato di oltre il 50%.

Non c’è dubbio, che l’obiettivo su cui punta la Lega è l’effetto annuncio del provvedimento e la sua rappresentazione mediatica.

La discriminazione inizia con sottili differenze e finisce nei CIE (campi di identificazione ed espulsione), all’interno dei quali la società civile non può esercitare nessun controllo sul rispetto dei diritti umani.

Il GrIS si oppone inoltre ad una strumentalizzazione partitica. Non vogliamo che il diritto alla salute diventi un contenzioso tra gli schieramenti, che contengono in entrambi i lati uomini e donne di coscienza. Speriamo però allo stesso tempo che il Governo non speculi sui più deboli ed emarginati a fini populistici.

Come GrIS auspichiamo inoltre, che la giunta provinciale dell'Alto Adige (in analogia alla Regione Emilia Romagna) voti una risoluzione di maggioranza nella quale si invita il Presidente della Giunta ad intervenire nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per individuare ogni possibile e legittima azione di contrasto alla discriminante, irragionevole e pericolosa modifica introdotta nel cosiddetto ''pacchetto sicurezza'', nel rispetto dei principi di civiltà e di tutela della salute delle comunità sancite dalla Costituzione.

GrIS Alto Adige/Südtirol

giovedì 5 febbraio 2009

Ärzte sollen fortan Daten illegaler Migranten weitergeben

Der Senat in Rom hat am Donnerstag einem umstrittenen Artikel des neuen Sicherheitspakets der Regierung Berlusconi zugestimmt, der medizinisches Personal zwingen kann, Daten von illegalen Migranten an Behörden weiterzugeben.



Mit dem Artikel, der von der Lega Nord stark unterstützt wird, will die Regierung Berlusconi den Kampf gegen die illegale Immigration verschärfen.
„Diese Maßnahme beeinträchtigt keineswegs die Pflicht der Ärzte, alle Menschen, auch Migranten, medizinisch zu behandeln. Ärzte haben jetzt die Möglichkeit, mit dem Innenministerium zum Schutz der Legalität zusammenarbeiten“, sagte Vize-Gesundheitsministerin Francesca Martino.


Der Beschluss des Senats sorgte für heftigen Protest. Die Neuregelung werde gravierende Folgen haben, warnte Antonio Virgilio, Einsatzleiter von “Ärzte ohne Grenzen“ in Italien. Das Risiko, bei den Behörden gemeldet zu werden, wenn man medizinische Versorgung in Anspruch nimmt, könnte Angst bei den undokumentierten Migranten auslösen und sie davon abhalten, medizinische Hilfe zu suchen.
Das würde nicht nur das Anrecht auf universellen Zugang zu medizinischer Versorgung verletzen, sondern auch zu einer Verschlechterung der gesundheitlichen Lage für die Migranten und auch für die breite Öffentlichkeit führen.
Bisher verbot das italienische Recht dem Gesundheitspersonal, Daten von nicht-gemeldeten Migranten an die Behörden weiterzuleiten, außer es gibt Hinweise, dass der Patient in einen Unfall oder ein Verbrechen verwickelt ist.
Oppositionsparteien appellierten an die Ärzte zu Ungehorsam und die illegalen Migranten nicht anzuzeigen. An dem Prinzip der freien Zugang zu medizinischer Versorgung dürfe die Mitte-Rechts-Koalition nicht rütteln.


aus Südtirol Online 05.02.09