domenica 27 luglio 2008

Lettera aperta della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni

Roma, 16 giugno 2008









Lettera aperta:
immigrati irregolari e clandestini e diritto all’assistenza sanitaria.


In questi giorni ci giungono diversi quesiti sulle nuove norme sulla sicurezza e diritti
sanitari e segnalazioni circa la difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria da parte degli
immigrati irregolari e clandestini. La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni è
un network scientifico che dal 1990 si occupa dei temi legati all’assistenza sanitaria ed
alla salute degli immigrati presenti in Italia e che collega molte delle realtà del privato
sociale, del volontariato e del pubblico che si interessano di tale problematica
(attualmente circa 620 soci e 7 coordinamenti territoriali ed oltre un centinaio di strutture
di riferimento pubbliche e del volontariato laico e confessionale), ed in base a questa
vasta esperienza vogliamo precisare alcune cose e fare delle considerazioni nel merito.


L’Italia nei riguardi della popolazione immigrata ha una normativa sanitaria
particolarmente illuminata, coerente con il mandato costituzionale (art. 32) e con un
sistema sanitario di tipo universalistico ed equo (almeno sulla carta ma spesso anche
nella prassi). Dal 1998, con il Testo Unico sull’immigrazione (D.L.ivo 286/98) si è stabilita
la possibilità di accesso ai servizi sanitari in una ottica estremamente inclusiva: quasi la
totalità (94%) degli stranieri con regolare permesso di soggiorno hanno il
diritto/dovere di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (a parità di condizioni con i
cittadini italiani) ed una parte ne ha facoltà attraverso una iscrizione volontaria (4%).
Coloro che ne sono esclusi (turisti, uomini d’affari con soggiorni brevi, ...) devono avere
una assicurazione sanitaria privata, avendo comunque sempre garantiti gli interventi
d’urgenza.

Anche gli immigrati irregolari e clandestini hanno il diritto ad essere assistiti e non
solo per l’urgenza ma anche per le cure essenziali (cioè quelle non gravi nell’immediato
ma che se trascurate possono portare a situazioni critiche direttamente ed
indirettamente), per interventi di prevenzione e di continuità assistenziale (in particolare
per donne, bambini e per coloro con malattie infettive), attraverso il codice STP
(Straniero Temporaneamente Presente). “L’accesso alle strutture sanitarie (sia
ospedaliere, sia territoriali) da parte dello straniero non in regola con le norme sul
soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi
in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”
(comma 5, art. 35 D.L.ivo 286/98). Quest’ultima norma, tuttora pienamente in vigore,
è presente nell’ordinamento italiano già dal 1995, attraverso un decreto legge (D.L.
489/95, art.13 più volte reiterato) voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti
della Lega. E questo perchè la “logica” della norma non è solo quella di “aiutare/curare
l’immigrato irregolare” (per altro deontologicamente assolutamente corretta!) ma in
particolare di tutelare la collettività: prevedere la denuncia contestuale alla prestazione
sanitaria, creerebbe una barriera insormontabile per l’accesso e spingerebbe ad una
“clandestinità sanitaria” pericolosa per l’individuo ma anche per la popolazione laddove
possano esserci malattie trasmissibili.

Ormai esiste una significativa documentazione sul tema compresa la posizione degli ordini
dei medici italiani, di alcune società scientifiche e dei ministri della sanità europei ... che
sottolineano l’indispensabilità di questa impostazione per garantire concretamente la
salute per tutti (è assolutamente intuitivo come il batterio, il virus o il parassita non faccia
distinzione di etnia, status giuridico o colore della pelle).

Vogliamo sottolineare come questo clima di enfasi della “sicurezza” e criminalizzazione
degli immigrati stia producendo danni per la salute degli immigrati stessi (tutte le
strutture in Italia che si occupano di assistenza sanitaria ad immigrati irregolari
denunciano una riduzione preoccupante degli accessi e non perchè siano diminuiti tali
stranieri ma per il clima di sospetto e paura creatosi con ripercussioni gravissime anche
sulla collettività: pensiamo alle badanti che non vengono a farsi curare o immigrati che
vanno a lavorare in condizioni precarie di salute, o che vivono in condizioni di promiscuità
con altri immigrati in regola o con italiani in condizione di fragilità sociale...). Per tali
ragioni, potremmo dire che il “pacchetto sicurezza”, pur non contenendo condizioni
ostative all’accesso ai servizi sanitari, per come è stato previsto, percepito e presentato,
di per sè è “patogeno” (causa di malattia/patologia) per gli immigrati e per la collettività.

Il Consiglio di Presidenza della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni


venerdì 25 luglio 2008

X CONSENSUS CONFERENCE 2009

È stata finalmente stabilità la data della X CONSENSUS CONFERENCE sui temi
sanitari dell¹immigrazione.
Come di consueto si svolgerà in Sicilia (probabilmente a Trapani), da
giovedì 5 a sabato 7 febbraio 2009 (domenica 8 ­ gita sociale).
Subito dopo l'estate comunicheremo i temi, il programma di massima e le
indicazioni operative.


Per adesso un augurio di un sereno periodo di riposo.

Salvatore Geraci (Presidente SIMM - Societá Italiana di Medicina delle Migrazioni)

informazione da Anna Chissalè

sabato 12 luglio 2008

Provenienza utenza del ambulatorio STP

Dal 1 marzo 2007 al 1 marzo 2008 si sono rivolte all’ambulatorio 225 persone alle quali è stato rilasciato il codice STP. Le visite, comprese quelle di controllo, sono state 305.

I dati sull’utenza sono stati raccolti tramite il un software di archiviazione e consultazione tramite la compilazione di un apposita scheda di rilevazione epidemiologica elaborata nell’ambito del progetto OSI .
I numeri assoluti totali relativi ad alcune variabili non corrispondono al totale delle schede aperte perché non sempre queste vengono compilate completamente. Tuttavia la percentuale delle risposte registrate supera in ognuna delle variabili analizzate il 95%.


PAESE D’ORIGINE
Le persone che si sono rivolte all’ambulatorio STP provengono da 30 paesi diversi. I paesi maggiormente rappresentati sono Albania, Moldavia e Marocco, che da soli raggiungono il 50% dell’utenza. Sensibile è anche l’affluenza di persone da Afghanistan, India, Ucraina, Perù e Pakistan.
Compare ancora la Romania, pur essendo nel 2007 già appartenente all’Unione Europea, in quanto era possibile rilasciare il codice STP alle persone già in possesso prima del 31.12.2006.
I dati sono in parte in linea con quelli forniti dall’Istituto provinciale di statistica relativi al 2006 ai cittadini stranieri non comunitari regolarmente presenti in Alto Adige, che vedono tra i cittadini stranieri non comunitari provenire rispettivamente al primo e al secondo posto da Albania e Marocco.Anna Chissalé e Max Benedikter

lunedì 7 luglio 2008

Attivitá ed Orari d'apertura del Ambulatorio STP

L’ambulatorio si avvale della collaborazione di 6 infermieri e 10 medici, che hanno liberamente scelto di prestarvi il loro servizio.
Per quanto riguarda i medici, i turni sono svolti durante l'orario di servizio in accordo con il primario di riferimento e non devono superare 4 ore di attività mensile. Per quel che riguarda gli infermieri, i turni sono coperti in aggiunta al normale lavoro nelle proprie unità operative, per un massimo di 10 ore mensili e nel rispetto del contratto collettivo intercomparto.

Il team medico è attualmente così composto: dott. Domenik Gerstner, dott. Simon Frings, dott.ssa Laura Ciccariello e dott. Maximilian Benedikter (PS), dott. Stefano Sansone e dott.ssa Marzia Angelo (Medicina Interna II), dott.ssa Ulrike Prugg e dott.ssa Josefine Menapace (Dermatologia), dott. Claudio Vedovelli, dott.ssa Greta Spoldaore e dott.ssa Lathà Gandini (Malattie Infettive), dott. Norbert Pescosta (Ematologia). Nei 12 mesi di attività hanno inoltre prestato servizio il dott. Corrà (PS).
Gli infermieri che prestano servizio sono: Stefano Buono (Ematologia), Anna Chissalè (Riabilitazione Fisica), Veronika Obermair (Pronto Soccorso), Antonella Piazzon (Farmacia – Servizio TPN), Giulia Simonetti (Cardiologia), Nadia Palermo (Malattie Infettive). Nei 12 mesi di attività hanno inoltre prestato servizio Raffaella Bibone (SAR1), Ruth Amparo Arenas (Riabilitazione Fisica), Barbara Borsa (Malattie Infettive).

Medici ed infermieri collaborano nel tentativo di rispondere nel modo più adeguato ai bisogni di salute di persone con un background culturale altro, dove spesso gli aspetti sociali hanno una grande influenza sullo stato di salute.
L’obiettivo è quello di massimizzare la compliance non solo intesa come grado di conformità alle prescrizioni e raccomandazioni, bensì come aderenza e partecipazione attiva alle decisioni prese.
I medici eseguono prime visite e controlli e garantiscono l'accesso a prestazioni di primo livello.
Nell’attività infermieristica l’aspetto tecnico-operativo, comunemente percepito come prioritario soprattutto in ambito ospedaliero, ha un ruolo marginale. Prevalgono invece l’aspetto relazionale e educativo.
L’infermiere si fa carico dell’accoglienza (identificazione delle domande di salute, anamnesi sociale, ricostruzione dei percorsi terapeutici, definizione dello stato giuridico), cerca di garantire la continuità all’interno del servizio stesso e con servizi (centro di diabetologia, distretti socio-sanitari etc), associazioni ed enti sul territorio (consultori, centro di prima accoglienza Cartitas etc.), e dell’educazione sanitaria e terapeutica, nonché della predisposizione della modulistica per il rilascio del codice STP.


L'ambulatorio é situato nei poliambulatori dell'ospedale di Bolzano Lorenz Böhler, alla stanza numero ?(sottoposto a cambiamenti)?, esclusivamente durante i seguenti orari d'apertura:


Lunedì, Mercoledí e Venerdì dalle 14.30 alle 16.30


A cura di Anna Chissalè e Max Benedikter