L’analisi inizia con la narrazione di cinque storie di vita che ricostruiscono i motivi che hanno
spinto i protagonisti ad abbandonare i paesi di provenienza per trasferirsi a vivere in Italia dove
pensano e sperano di migliorare le loro condizioni di vita. Si tratta di storie di vita i cui progetti
migratori nascono e si evolvono all’interno di un’emigrazione programmata forzata (per motivi
socioeconomici) in contrapposizione all’emigrazione non programmata forzata (rifugiati politici,
profughi ambientali, ecc.). La riflessione sviluppata in questo volume ruota,
tra l’altro, intorno ad alcuni importanti interrogativi che sono:
• Di fronte alle difficoltà delle economie dei Paesi Sviluppati e, soprattutto, di fronte all’inarrestabile fenomeno della delocalizzazione delle imprese, è ancora sostenibile l’idea secondo
cui l’espatrio per motivi di lavoro conduce al miglioramento della posizione socioeconomica
come in passato?
• È giusto affermare che la categorizzazione sociale, il pregiudizio, sono costruzioni sociali intrinseche a tutti i gruppi umani? E se sì, quali conseguenze generano in un contesto multietnico,
in una società d’accoglienza?
• È sensato sostenere che gli immigrati rubano la ricchezza dei paesi ospitanti?
Fernando Biague
è psicologo e ricercatore.
Immigrato in Italia da oltre 20 anni,
si occupa di devianza,
dipendenza da droghe da parte di immigrati
e d’intercultura
svolgendo attività
di formazione e di ricerca.
Università di Bolzano
Via Sernesi, 1
Bolzano
Der Migrationsplan: Ausländer erzählen
Das Werk beginnt mit der Erzählung von fünf Lebensgeschichten, die die Gründe aufzuzeigen
versuchen, aufgrund derer ihre Protagonisten ihr Heimatland verlassen haben, um mit der Hoffnung auf bessere Lebensbedingungen nach Italien zu ziehen. Es handelt sich dabei um Lebensgeschichten, in denen das Entstehen und die Entwicklung der Migrationspläne sowohl im
Rahmen einer geplanten erzwungenen Migration (aus sozio-ökonomischen Gründen) als auch einer nicht geplanten erzwungenen Migration (politische Flüchtlinge, Umweltflüchtlinge etc.) stattfinden. Die Überlegungen, denen im vorliegenden Werk nachgegangen wird, lassen sich unter anderem von folgenden Fragen leiten:
• Ist die These, dass Auswanderung aus Arbeitsgründen zu einer Verbesserung der sozio-ökonomischen Bedingungen führt angesichts der wirtschaftlichen Schwierigkeiten der Zielländer
und insbesondere der unaufhaltbaren Auslagerung von Betrieben weiterhin vertretbar, wie sie
es in der Vergangenheit war?
• Ist es berechtigt zu behaupten, dass die Bildung von sozialen Kategorien und damit von
Vorurteilen allen menschlichen Gruppierungen innewohnt? Und, wenn ja, welche Folgen hat
dies im multiethnischen Umfeld einer Einwanderungsgesellschaft?
• Ist die Behauptung, Einwanderer raubten den Reichtum der Zielländer, sinnvoll?
UM 16.30 UHR, HÖRSAAL A-101 (1. STOCK)
Universität Bozen
Sernesi Straße 1
Bozen